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L’orto del nonno di Giacomino, è un luogo incantevole, ci sono ortaggi e frutti di tutti i colori e forme.

Mi chiamo Giacomino e passo molto tempo con il nonno a zappare il terreno, rastrellare foglie e raccogliere i frutti della natura,

Spesso, per la stanchezza mi addormento sotto l’albero di ciliegie e comincio a sognare di viaggiare,

Sogno di aggrapparmi alle foglie del fico e volo lontano, tra le nuvole rosa, planando nel cielo azzurro

Sogno di saltare aggrappato alle rape rosse e come una palla schizzo a destra e a manca insieme ai miei amici

I piselli sgusciati in una ciotola, mi sembrano una piscina con le palline e mi ci tuffo a bomba

Mi piace giocare a fare l’orto, mi prendo cura della natura e lei mi restituisce allegria.

E poi,

Quanto è buona la frutta e gli ortaggi , appena colti dall’albero ?

Gnammm!!!

A presto, con nuove storie

Daniela

Il mio viaggio nel l’illustrazione, continua . Questa volta, ho sperimentato più tecniche per rappresentare una bella immagine vista tempo fa, girovagando su e giù in bicicletta per le strade della Valtenesi (Lago di Garda). Questo, ciò che si è presentato ai miei occhi, un signore, a sua volta in bicicletta, che trainava un carretto con a bordo un’oca .

Subito, La mia fantasia si è scatenata. Non avevo con me, macchina fotografica o cellulare per immortalare la poesia di quella scena inaspettata. Ma solo, la mia fallibile memoria.

Appena tornata a casa, ho subito abbozzato un’idea veloce, uno schizzo su di un foglio qualsiasi, giusto per non perdere quelle sensazioni magiche. Quella scena, mi ha fatto pensare a tante cose, al rapporto tra uomo ed animale, alla spensieratezza dei luoghi lontani dalla frenesia urbana, a come si chiamavano entrambi, a dove stessero andando, etc. Poi, ho lasciato decantare dentro di me il tutto, come si fa con il buon vino per assaporarne ogni sfumatura …

In questo modo avevo, archiviato qualcosa, che mi avrebbe dato prima o poi la possibilità di illustrarla e farne una storia da raccontare. Eccone , a seguire un assaggio

“Gelsomino e l’oca da compagnia “

… Gelsomino era un uomo, di una certa età, buono, paziente e dalle poche parole. Si dedicava, ormai da tempo, quasi esclusivamente al suo piccolo appezzamento di terreno, dove coltivava ortaggi di tutti i tipi. A guardia, da mani leste, c’era un’oca, che lui lasciava scorrazzare o forse meglio dire, starnazzare liberamente.

Lei, l’oca, era arrivata un giorno di tarda estate, chissà da dove. Era certo, che essendo l’orto di Gelsomino, sulle rotte di migrazione delle oche selvatiche, prima o poi, un giorno o l’altro, una di quelle simpatiche oche, sarebbe piombata a capofitto dentro un cavolfiore. E fu proprio così, che accadde.

Bella impettita si aggirava tra una rapa e un carciofo; mentre Gelsomino pensava, che dovesse esserle successo qualcosa di insolito nel tragitto verso il caldo, perché ora potesse farne la sua più ravvicinata conoscenza.

All’oca, Gelsomino, non aveva ancora trovato un nome da darle, che fosse degno di tanto candido piumaggio .

Ormai, le giornate si erano accorciate e i primi freddi stavano arrivando. Nell’orto, il lavoro era meno pesante ed intenso. Perché la terra d’inverno, è risaputo, riposa e recupera le “energie” per dare il suo meglio, con lo sbocciare della primavera.

Da li a poco, le prime nevicate avrebbero coperto, il marrone della terra, il verde-giallo delle foglie di cavolo, rimaste a concime e le foglie cadute delle piante da frutto… e che fare, adesso con lei? Si, l’oca dove sarebbe andata? Il rigido inverno, le sarebbe stato fatale ?

Gelsomino, si domandava da settimane cosa avrebbe dovuto escogitare per quel simpatico ed eccentrico pennuto. Prima di tutto doveva, assolutamente trovarle un nome…

Magari, anche noi possiamo aiutare Gelsomino a trovarle un nome

Alla prossima avventura,

Daniela